giovedì 7 ottobre 2010

Malattie del cane: la Leishmaniosi


La leishmaniosi del cane è una malattia dovuta ad un parassita, la Leishmania, veicolata da zanzare del genere Phlebotomus, dette generalmente flebotomi.

In base a recenti indagini, soltanto il 15% dei proprietari di cani conosce questa patologia e pochi di loro sanno che è una zoonosi, cioè che può essere trasmessa anche all'uomo, nel quale però decorre per lo più senza sintomi: soltanto nei soggetti immunodepressi ( da HIV o epatite o farmaci ) può svilupparsi la malattia vera e propria.

Negli ultimi anni l'aumento della temperatura media in Italia ha determinato un incremento del numero di flebotomi, pertanto la malattia nel cane è oggi presente anche al nord, mentre fino agli anni '90 era presente solo al sud, dove è endemica.

Trasmissione


Il parassita che causa la malattia, la Leishmania, per completare il proprio ciclo vitale ha bisogno di due ospiti, il cane e il flebotomo.
Questo ciclo inizia quando il flebotomo punge un cane malato e ingerisce i parassiti presenti nel sangue del cane; nel flebotomo i parassiti si moltiplicano e si sviluppano.
Nel momento in cui il flebotomo pungerà un altro cane, gli trasmetterà i parassiti e anche questo cane si infetterà e il ciclo andrà avanti.
Il periodo di incubazione è molto variabile, da 1 mese a 4 anni; vengono colpiti sia maschi che femmine di tutte le razze, sia a pelo lungo ( come per es. lo Shi-tzu o il Barboncino ) sia a pelo corto ( come il Whippet o il Beagle, per citarne alcuni ).

Sintomatologia

All'inizio la malattia può essere asintomatica, poi i segni clinici visibili più comuni saranno lesioni cutanee e atrofia muscolare che danno un aspetto di "cane vecchio" anche a soggetti giovani: le zone più colpite sono la testa, gli arti e il dorso, dove si noteranno caratteristiche scaglie di forfora ( tipo cenere di sigaretta ); spesso le unghie crescono più velocemente del solito ( onicogrifosi ) e compaiono ulcere sui cuscinetti plantari.

       




Altri organi colpiti possono essere l'occhio, le articolazioni, i linfonodi e i reni.

Quando i sintomi non sono così evidenti, soltanto un esame del sangue può dirci se l'animale è infetto.

Prevenzione e terapia

Purtroppo, al momento, nonostante gli studi compiuti fino ad ora, un cane ammalato di leishmaniosi non ha la possibilità di guarire completamente; inoltre non esistono ancora vaccini per questa malattia, pertanto la prevenzione consiste nel proteggere il cane dalle punture delle zanzare.

Ciò può avvenire utilizzando o fialette o collari che rilasciano sostanze che allontanano gli insetti.

Prognosi

Se la malattia non viene diagnosticata precocemente o il cane è anziano o debilitato la prognosi è spesso infausta; invece con una diagnosi precoce un adeguato approccio terapeutico può riportare il cane a  condizioni di vita normali, anche se potranno verificarsi in qualsiasi momento delle ricadute.

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venerdì 18 giugno 2010

Non solo cani...il gatto Angora Turco


Il gatto d'Angora, "gatto nazionale della Turchia", fu conosciuto ufficialmente in Europa il 28 marzo 1626.

Perchè possiamo essere così precisi?
Perchè le cronache ci dicono che quel giorno lo studioso Pietro Della Valle, grande viaggiatore, tornò a Roma dopo 12 anni di viaggi in Oriente portando con sè tanti souvenir: reperti archeologici, manoscritti, il sarcofago della prima moglie armena, appunti di viaggio e ... 7 coppie di gatti.

Questi gatti erano di una razza che fino a quel momento non si era mai vista in Europa, gatti con un meraviglioso pelo simile a seta, lungo e fluente: erano appunto gatti d'Angora.

Nei due secoli successivi l'Angora fu considerata la razza più elegante e alla moda fino a quando non venne spodestata dal Persiano e arrivò quasi ad estinguersi.

Però intorno al 1930 il governo turco si impegnò in un programma di protezione e allevamento dell' Angora bianco raccogliendo nei giardini zoologici di Ankara e Istanbul i pochi esemplari sopravvissuti e considerandoli tesoro nazionale.

Intorno al 1960 poi una coppia di americani in viaggio in Turchia si innamorò perdutamente dei bellissimi gatti bianchi visti allo zoo di Ankara e ottenne il permesso per esportarne una coppia, dando inizio all'allevamento moderno dell'Angora Turco.

Oggi in Italia esiste il C.A.Ra.T (Club Amatori del gatto di Razza Turca), un'associazione che comprende tutte le razze di origine turca, non solo l'Angora, e si propone di diffondere la conoscenza, l'amore, la passione e l'allevamento responsabile di questi gatti, per ottenere soggetti sani e robusti; in più facilita la collaborazione internazionale per quanto riguarda la ricerca genetica e veterinaria e gli approfondimenti sulla storia della razza.


Standard di razza

L'Angora Turco è un animale di media taglia, di peso non superiore a 5 Kg, longilineo, atletico, con zampette lunghe e sottili su piedi rotondi.

Il collo è sottile, il muso è triangolare e allungato con un naso piccolo e di media lunghezza; gli occhi sono a mandorla, grandi ed espressivi; le orecchie sono grandi e con ciuffi di pelo a mo' di lince.

La coda è lunghissima, pelosa e portata come uno stendardo; il pelo è medio-lungo, sericeo, brillante, quasi impalpabile e senza sottopelo.

Ufficialmente l'Angora può essere di qualunque colore, tranne che colorpoint (siamesato), cioccolato, lilac (lilla) e fawn (beige).


Carattere

E' un gatto molto vivace e ha sempre voglia di rincorrere gioiosamente qualsiasi cosa che si muova; essendo molto atletico riesce a compiere salti e capriole impossibili, ma non fa danni perchè è attento e sa dosare le sue forze.

E' anche molto intelligente e curioso: deve sempre squadrare chiunque gli capiti a tiro e mostrare che non gli sfugge niente.

Con il padrone è molto dolce e affettuoso strapazzandolo di coccole, fino ad essere quasi invadente.


Alimentazione e cure

L'alimentazione deve essere naturalmente equilibrata, perciò a base di crocchette o bocconcini di buona qualità, per mantenere il nostro gatto in piena efficienza.

La cura del pelo deve avvenire periodicamente, così pure quella degli occhi e delle orecchie.

Almeno nella stagione estiva il gatto deve essere trattato con le apposite fialette, che allontanano le pulci e ogni anno deve essere sottoposto a vaccinazione per la profilassi delle malattie più comuni.

La femmina non deve essere accoppiata al primo calore e, se pensiamo di non volere gattini, è consigliabile sterilizzarla intorno ai sei mesi di età per evitarle successivamente gravi patologie dell'apparato genitale e mammario.

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sabato 22 maggio 2010

Cani di taglia piccola:lo Shi-tzu


Lo Shi-tzu è un cane di origine tibetana, il cui nome significa "cane-leone".

E' un piccolo cane di antichissima origine considerato animale sacro dai buddisti, che lo tosavano in modo tale da farlo assomigliare ad un leone in miniatura e lo consacravano a Budda.

E' molto probabile che la razza si sia formata in Cina, alla Corte imperiale, dal momento che ogni anno venivano inviati dei piccoli cani tibetani maschi come regalo del Dalai Lama per l'Imperatore cinese.

Questi soggetti, accoppiati a cagnoline presenti a corte, avrebbero dato origine allo Shi-tzu.

Questa razza fu conosciuta in Europa soltanto nel 1930 e più precisamente in Inghilterra, che manteneva traffici commerciali con la Cina.

Gli Inglesi, come sempre precisi e rigorosi in questo campo, dettero vita ad allevamenti molto qualificati, riuscendo ad ottenere Shi-tzu che hanno conservato le caratteristiche originarie.

Oggi lo Shi-tzu è diffuso in tutto il mondo ed anche in Italia sono presenti soggetti molto belli.


Standard di razza

Aspetto generale: molto attivo, disinvolto, attento, con portamento altero.

Testa: larga, rotonda, spaziosa tra gli occhi, con il pelo scapigliato e ben ricadente sugli occhi, folta barba e mustacchi; il pelo che parte dal naso ed è sospinto verso l'alto forma un curioso disegno a crisantemo; muso quadrato e corto, ma non a pieghe come nel Pechinese; tartufo nero.

Occhi: grandi, scuri, rotondi, ma non sporgenti.

Orecchie: grandi e cadenti; tanto ricoperte di pelo che si confondono col pelo del collo.

Corpo: lungo, compatto e vigoroso, con linea dorsale diritta.

Arti: corti e muscolosi con forte ossatura; le zampe devono apparire massicce a causa del pelo abbondante.

Coda: pesantemente frangiata e ben arrotolata sul dorso, attaccata alta e portata allegramente.

Mantello: pelo lungo e abbondante, ma non arricciato.

Colori: ammessi tutti i colori; sono apprezzate una fiammatura bianca sulla fronte e l'estremità bianca della coda.

Peso: compreso tra 4,5 e 7,5 kg.

Difetti: testa stretta, muso appuntito, occhi piccoli, altezza eccessiva, mantello povero di pelo.


Carattere

E' un cane molto vivace ed abbaia al minimo rumore sospetto; è allegro e socievole, ma con un naturale distacco verso gli estranei.

E' un ottimo compagno, si adatta facilmente a qualsiasi ambiente e quindi vive bene anche in un piccolo appartamento.

Il suo sguardo vivo e intenso gli conferisce quel tocco di esotico, che caratterizza i cani di origine orientale.


Alimentazione e cure

E' un cane che ha bisogno di una dieta equilibrata, dal momento che tende ad ingrassare: pertanto teniamolo in forma anche con passeggiate frequenti.

Bisogna avere molta cura per il pelo spazzolandolo e pettinandolo per evitare che si formino nodi antiestetici e difficili da eliminare; lo shampoo deve essere fatto periodicamente, ma non con frequenza eccessiva per non seccare troppo il pelo.

Ogni anno bisogna rinnovare la profilassi vaccinale contro le malattie più comuni (cimurro e gastroenterite) e, almeno d'estate, utilizzare prodotti medicati contro i parassiti esterni come pulci, zecche e zanzare, che possono determinare malattie molto gravi.

Per l'accoppiamento della femminuccia è sempre meglio aspettare almeno il secondo calore, quando cioè avrà raggiunto il giusto sviluppo corporeo per affrontare la gravidanza e il parto.

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giovedì 29 aprile 2010

Non solo cani...il gatto Blu di Russia


Questa razza felina non ha una culla d'origine ben precisa, ma sembra che sia stata portata in Europa da alcuni marinai inglesi provenienti da Archangelsk, porto della Russia settentrionale sul mar Baltico.

Il Blu di Russia, detto anche "Russian Blue" e "Blu Russo", è un gatto al quale si fa riferimento già nelle opere di numerosi poeti scandinavi del IVX secolo per l'abilità nell'allontanare i topi da case e terreni.

Andando velocemente avanti nel tempo, lo ritroviamo verso il 1850 alla corte dello Zar Nicola I, che nutriva una vera predilizione per questa razza: si narra che la bambinaia di Corte tenesse i gatti dagli occhi verdi vicino ai letti dei figli dello Zar per allontanare gli spiriti cattivi.

A questo proposito c'è una bellissima preghiera russa molto antica, con la quale si raccomanda a Dio di salvaguardare il piccolo gatto blu, che porta tanta gioia nelle case.

Anche lo Zar Pietro il Grande amava molto questa razza e aveva trasmesso questo amore alla figlia, la Zarina Elisabetta, che addirittura portava avanti un vero e proprio allevamento nal palazzo di San Pietroburgo.

In effetti questo gatto fu conosciuto in Europa soprattutto perche gli Zar regalavano spesso dei Blu di Russia ai sovrani stranieri in segno di amicizia: in Inghilterra, per esempio, la Regina Vittoria ne possedeva una coppia.

All'inizio del '900 intanto i Blu di Russia furono presentati ufficialmente alle esposizioni feline di Londra, ma senza troppo successo.

Successivamente il Blu di Russia fu accoppiato con il Siamese, ma poi si tornò alle caratteristiche originarie fondamentali: occhi verdi e mantello blu argentato.

Oggi ci sono due linee evolutive, una europea ed una americana, che tendono a fondersi per dare i risultati migliori.


Standard di razza

Il Blu di Russia ha un corpo longilineo con ossatura medio-forte ed è grazioso nella figura e nell'aspetto generale.

Le zampe sono lunghe e snelle, i piedi piccoli e ovali, la coda abastanza lunga e a punta.

La testa ha forma graziosa, corta e cuneiforme con cranio lungo e piatto, il naso è dritto, i cuscinetti dei baffi sono molto vistosi; le orecchie sono grandi e larghe alla base; gli occhi sono verdi, grandi, distanziati e a mandorla.

Il mantello è molto particolare: è corto, ma folto, morbido e felpato (un tempo detto "mantello a foca"), leggermente spesso e con un lieve bagliore argentato sul colore blu.


Carattere

E' un gatto tranquillo, affettuoso e dolce; sta bene con i bambini, ma non sopporta il frastuono; si adatta benissimo a vivere in casa e può essere lasciato solo per l'intera giornata senza problemi; riesce a convivere con altri animali domestici con facilità.

Di solito si affeziona ad un componente della famiglia e lo segue come un'ombra, ma intuisce benissimo quando deve allontanarsi.

Miagola poco ed ha un tono di voce dolce e sommesso.

E' molto elegante: quando si sdraia congiunge le zampe anteriori come se fossero infilate in un manicotto di pelliccia.

Non è mai goffo: se combina qualche guaio probabilmente è per la paura dovuta ad un rumore improvviso.


Alimentazione e cure

Non ha particolari esigenze alimentari: come per tutti gli altri gatti, dovremmo usare alimenti specifici, secchi o umidi, di buona qualità, per una dieta equilibrata; ma possiamo utilizzare anche alimenti freschi (carne, pesce, verdure, cereali) senza esagerare con le quantità.

Per quanto riguarda la salute, ricordiamoci di spazzolarlo almeno una volta alla settimana e lisciarlo poi con un panno di seta per far risaltare la lucentezza del pelo.

Ogni anno bisogna vaccinarlo contro le malattie più comuni e ogni mese, in estate, useremo le apposite fialette antipulci.

Per la riproduzione cercheremo di evitare gli accoppiamenti in età precoce per le femmine, quando cioè non è stato raggiunto ancora il giusto sviluppo corporeo per portare a termine una gravidanza.

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mercoledì 7 aprile 2010

Cani di taglia piccola:il Whippet

Il Whippet è un piccolo levriero di nazionalità britannica conosciuto in tutto il mondo per la sua fantastica velocità: sembra che possa arrivare a correre a circa 56 km. orari.

In origine fu utilizzato in Inghilterra per la caccia al coniglio, nella quale eccelleva per la capacità di inseguire la preda nei suoi continui zig-zag: per la sua bravura fu soprannominato “snap-dog”, cioè “cane scatto” e divenne il beniamino del pubblico che assisteva alle esibizioni di questo cane lanciato all’inseguimento del coniglio.

Quando queste manifestazioni “sportive” furono vietate su richiesta delle società inglesi di protezione animale, al Whippet fu affidato un altro ruolo: corridore nei cinodromi.

In alcune regioni inglesi vennero organizzate corse riservate esclusivamente ai Whippet, che dovevano gareggiare su piste diritte lunghe circa 250 metri ricoperte di cenere o di erba.

La partenza avveniva di solito con il sistema meccanico della gabbia, che si apriva e liberava il cane nella corsa; ma nei paesi più piccoli entrava in scena un personaggio molto pittoresco, lo slipper, che aveva il compito di “lanciare” letteralmente in pista il Whippet, che continuava la corsa con rimbalzi fenomenali verso l’arrivo, richiamato dalle grida del padrone.

Non si è ancora certi di come sia stata creata la razza: secondo alcuni il Whippet deriva da un altro levriero inglese, il Greyhound, incrociato con altre razze inglesi come il Bedlington Terrier e il Terrier Bianco (oggi estinto) ed infine con il Piccolo Levriero Italiano; secondo altri deriverebbe sempre dal Greyhound, ma incrociato con il Fox Terrier o il Bull Terrier e poi con il Piccolo Levriero Italiano.

La selezione risalirebbe a metà dell’Ottocento, mentre il riconoscimento ufficiale della razza avvenne intorno al 1900.

Ecco il commento su questa razza apparso sulla rivista cinofila svizzera “Le chien”: “Il Whippet è un piccolo capolavoro creato dagli allevatori inglesi quasi come fosse un cocktail; scelti alcuni Greyhound di piccola taglia e incrociati con Terriers alti sulle zampe, fu aggiunta una goccia di sangue di Levretta e fu creato il Whippet”.

In Italia il Whippet viene allevato, ma è poco diffuso e viene spesso confuso con il Piccolo Levriero Italiano.


Standard di razza

Aspetto generale: il Whippet deve dare un’impressione di vigore e forza muscolare, combinate con una grande eleganza e un aspetto grazioso. Essendo un cane costruito per la velocità, sono fondamentali l’aspetto simmetrico, lo sviluppo muscolare e l’andatura vigorosa. Gli arti si muovono come quelli di un cavallo purosangue e il movimento non deve apparire compassato.

Testa e cranio: testa lunga e asciutta, affilata verso il muso, con tartufo nero.

Occhi: brillanti, d’espressione molto viva.

Orecchie: a forma di rosa e piccole.

Collo: lungo e muscoloso, elegantemente arcuato.

Corpo: petto disceso e ben definito; dorso largo e un po’ lungo con arcuatura definita al di sopra dei reni, ma non gobbo; groppa muscolosa.

Arti: spalle muscolose, arti anteriori diritti e distanziati; arti posteriori larghi con grassella ben curvata e garretti forti per sviluppare una grande forza di propulsione; piedi dai contorni molto netti e con dita arcuate.

Coda: priva di frange, lunga, affilata.

Pelo: fine e corto; ammessi tutti i colori.

Taglia: altezza compresa tra i 45 e i 47 cm. al garrese; peso tra i 10 e i 12 kg.


Alimentazione

Per sviluppare una forte ossatura i cuccioli hanno bisogno di crocchette o scatolette ricche di sali minerali, proteine e vitamine; è buona norma utilizzare sempre, anche per gli adulti, alimenti di buona qualità bilanciati ed equilibrati;inoltre anche per i cani anziani sono disponibili alimenti confezionati, che possono contribuire a prevenire e a curare i malanni tipici dell’età avanzata.


Cura e salute

Questi cani non danno problemi per la toelettatura, dal momento che hanno il pelo corto: basta spazzolarli periodicamente per allontanare il pelo morto.

Per i parassiti esterni useremo, soprattutto d’estate, le apposite fialette che li tengono lontani, mentre per i parassiti interni ci sarà bisogno di gocce o compresse, naturalmente sempre prescritte dal medico veterinario.

Inoltre ogni anno il cane deve essere vaccinato contro le malattie più comuni come il cimurro e la gastroenterite.

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martedì 16 marzo 2010

Cani di taglia piccola:il King Charles Spaniel


Il King Charles Spaniel è un cane da compagnia di nazionalità britannica.

I suoi antenati erano i cani da caccia alla quaglia detti Piccoli Spaniel, che vivevano già molti secoli fa in Inghilterra (li ritroviamo raffigurati in vari dipinti).

Erano addirittura i cani di corte degli Stuart e si narra appunto di un Piccolo Spaniel che accompagnò Maria Stuarda al patibolo: secondo la leggenda il caratteristico occhio umido di questo cane deriverebbe dal suo pianto per la morte della padrona.

I Piccoli Spaniel vengono anche citati in un trattato sui cani del 1576, dove si afferma che “…se si soffre di stomaco o di polmoni, è sufficiente frizionare la regione dolente con uno di questi piccoli cani che toglie il male, divenendo a sua volta talmente malato al punto di morirne”.

Verso la metà del ‘600 i Piccoli Spaniel furono incrociati con gli Spaniel Giapponesi (Tchin), regalati da missionari portoghesi alla consorte del re Carlo II d’Inghilterra, e si ottenne il King Charles Spaniel.

Da allora è stato considerato un cane da salotto molto elegante, anche se fuori dall’Inghilterra non è molto diffuso.

Questa razza fa parte dei Toy Spaniels insieme al Blenheim Spaniel, al Ruby Spaniel e al Prince Charles Spaniel, che sono varietà dello stesso cane incrociate fra loro per migliorare l’aspetto e il colore del pelo.


Standard di razza

Aspetto generale: compatto e massiccio, ma di linee raffinate, torace largo e profondo, arti corti e diritti, dorso corto e diritto, coda frangiata non portata sul dorso.

Testa e cranio: Cranio massiccio in proporzione alla taglia; naso nero, cortissimo e rincagnato, muso quadrato e largo; mascella inferiore larga, guance piene.

Occhi: molto grandi e scuri, distanti tra loro, espressione piacevole.

Orecchie: attaccate basse e pendenti contro le guance, molto lunghe e ben frangiate.

Pelo: lungo, diritto e serico; arricciature non ammesse.

Colore: nero focato, tricolore (bianco, nero e castano), blenheim (fondo bianco con macchie castane), ruby (rosso castano).

Peso: compreso tra 3,6 e 6,3 kg.


Carattere

E’ un cane allegro, vivace, sensibile e affettuoso; è molto socievole e gli piace giocare, anche con i gatti.

Si adatta molto bene alla vita in famiglia ed è un compagno perfetto sia per i bambini, che per gli anziani; inoltre apprende subito, perché ha una buona memoria ed è un ottimo cane da appartamento dal momento che non ha l’abitudine di abbaiare molto.


Alimentazione

Per una dieta equilibrata è necessario utilizzare crocchette o scatolette di buona qualità, che determinano il giusto apporto di principi alimentari nelle varie fasce di età del nostro cagnolino e lo rendono pertanto più sano e più forte.


Salute

E’ una razza che non presenta particolari problemi di salute, quindi ha bisogno dei periodici controlli medici necessari a tutti i cani per la prevenzione delle malattie infettive e parassitarie più comuni.

Anche per il pelo è sufficiente una toelettatura periodica di routine e uno shampoo ogni 15-20 giorni (un lavaggio più frequente renderebbe il pelo secco).

Per la riproduzione è sempre meglio non far accoppiare la cagnolina al primo calore dal momento che questo si verifica ad un’età in cui non c’è ancora il giusto sviluppo corporeo per la gravidanza e il parto.

L’età più conveniente per una gravidanza è compresa tra i 2 e i 6 anni: oltre i 6 anni si potrebbero avere più facilmente delle complicanze.

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sabato 27 febbraio 2010

Obrigado, Raquel !

 

Ringrazio davvero di cuore la cara amica brasiliana Raquel, che con il suo blog artistico e culturale “http://raquelcrusoe.blogspot.com/” ha raggiunto il traguardo dei 1000 lettori ed ha voluto premiarli ad uno ad uno con questo riconoscimento.

Sono onorato di far parte di questa piccola grande schiera e sono sicuro che il suo blog sarà sempre più seguito, perché è veramente completo e interessante soprattutto per chi ama la musica: non perdetevelo!

venerdì 26 febbraio 2010

Non solo cani: il gatto Burmese

Il gatto Burmese probabilmente esisteva già dal 1700, ma la progenitrice di tutti i Burmesi è considerata Wong Mau, portata da Rangoon (Birmania) in California dall'allevatore Joseph Thompson, che in un primo momento l'aveva considerata una Siamese.

Facendo accoppiare Wong Mau con gatti Siamesi si ottennero sia Siamesi che ibridi; a loro volta gli ibridi, accoppiati tra loro, dettero origine ad una nuova razza, chiamata appunto Burmese, presentata ufficialmente alle mostre nel 1936.

Nel 1949 i primi Burmesi furono introdotti in Inghilterra e da quel momento si diffusero in tutta Europa.

Nel 1982 fu fissato lo standard di razza ed in seguito il Burmese è stato utilizzato anche per creare una nuova razza, la Burmilla.


Standard di razza

E' un gatto dall'aspetto elegante e dalla corporatura muscolosa;

la testa è cuneiforme con orecchie molto distanziate tra loro, di media grandezza, larghe alla base e con punte leggermente arrotondate;

gli occhi sono grandi e distanziati, di colore giallo dorato brillante, con bordo superiore diritto e bordo inferiore arrotondato;

guance e mascelle sono larghe e il naso ha una netta incisione alla base;

le zampe sono snelle e i piedi ovali;

il dorso è diritto e la coda affusolata, di media lunghezza e arrotondata in punta;

il mantello deve essere lucente, corto, folto e aderente al corpo, il pelo sottile e setoso, quasi senza sottopelo; esiste anche una varietà a pelo semilungo detta Tiffany;

i colori ammessi sono marrone, blu, cioccolato, lilla, rosso, crema; in ogni caso la parte inferiore del corpo è sempre più chiara di schiena e zampe; soltanto i gattini fino a 6 mesi possono avere macchie o striature e raggiungeranno il colore definitivo entro i 2 anni di età;

il peso è compreso ta i 3 e i 5 kg.


Carattere e salute

Il Burmese è un gatto vivace, attivo, allegro e giocherellone; gli piace stare in compagnia di persone e gatti ed essere coccolato dal padrone.

E' molto curioso e tende ad assaggiare di tutto, quindi bisogna fare molta attenzione a ciò che lasciamo in giro.

Ama molto il caldo e perciò è molto sensibile alle correnti e si raffredda facilmente.

La toelettatura non è impegnativa perchè ha poco sottopelo: basta spazzolarlo di tanto in tanto e strofinarlo con un panno imbevuto di acqua e aceto.

Nei soggetti chiari conviene pulire spesso gli occhi per evitare che si formino delle macchie scure sul pelo circostante.

L'alimentazione deve essere sempre a base di crocchette o scatolette di buona qualità, soprattutto per i gattini e i soggetti anziani.

Come avviene in molte razze, la femmina può andare in calore già a 7-8 mesi di età, ma naturalmente aspetteremo un'età più matura per farla accoppiare.

Se invece siamo sicuri di non volere gattini, conviene sterilizzare la gatta già a 6-7 mesi, perchè le gatte non sterilizzate e mai accoppiate sono più soggette a patologie delle mammelle e dell'apparato genitale.
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venerdì 12 febbraio 2010

L'intelligenza degli animali: Incontro con Danilo Mainardi


Nell’ambito del progetto “Comenius” e alla presenza al completo di alunni e docenti, si è tenuto mercoledì 10 febbraio, nell’ auditorium del nostro Istituto, un incontro con il Prof. Danilo Mainardi sul tema “ L’intelligenza degli animali ”, che è anche il titolo dell’ultimo libro dell’illustre relatore.

Solo poche parole per ricordare l’importanza di Danilo Mainardi nel campo dell’ etologia, scienza che studia il comportamento animale: i suoi studi lo pongono tra i maggiori esperti mondiali di questa affascinante materia.

E’ anche un eccezionale divulgatore: ha scritto infatti numerosi libri e collabora con riviste e quotidiani e spesso è ospite e consulente di trasmissioni televisive, che lo hanno reso molto noto al grande pubblico.

Prendendo spunto dal titolo del libro che ci presentava, Mainardi ha tratteggiato nello spazio di un paio di ore ciò che si intende per intelligenza degli animali parlandoci soprattutto dei comportamenti di molluschi, cani, gatti e scimpanzè.

Bisogna ricordare che per gli studiosi “ un comportamento intelligente è quello utile per stare al mondo ” e in base a questa definizione il Prof. Mainardi, anche con l’ausilio di alcuni disegni estemporanei, ci ha illustrato come cozze, chiocciole e polpi reagiscano in maniera diversa ai problemi in base alle strutture analoghe al cervello che possiedono: quindi le cozze, organismi molto semplici, reagiscono più istintivamente rispetto ai polpi, che invece sono più complessi e hanno reazioni dettate anche dall’apprendimento.
Oltre ai molluschi,si è visto che gli animali che risolvono più facilmente i problemi sono i mammiferi, perché possiedono una struttura analoga alla mente dell’uomo e hanno pertanto una coscienza di sé.

Tra gli stessi mammiferi i problemi sono risolti più facilmente se l’animale è sociale: per esempio un gatto cerca di risolvere un problema da solo, invece un cane, che è più sociale, comincia a mandare segnali di aiuto (uggiola, muove la coda, si agita, ecc.) verso gli altri.

In alcune specie c’è anche un apprendimento sociale, cioè trasmesso agli altri, e allora si parla di cultura: i piccoli degli scimpanzè imitano per gioco gli adulti che “pescano” le termiti e da grandi saranno in grado di farlo veramente; i piccoli dei fringuelli sentono nel nido il padre che canta e da grandi rifaranno lo stesso verso; ma gli animali che apprendono più rapidamente sono i topi e nel loro caso si parla di lampi culturali.

Dopo questa piacevolissima conversazione, il prof. Mainardi ha risposto ad alcune interessanti domande che gli hanno posto gli alunni sugli argomenti trattati e, prima di accomiatarsi, si è soffermato con ragazzi e docenti per firmare alcune copie del suo libro.

Nel complesso possiamo affermare che si è trattato di un incontro entusiasmante sia per l'interesse del tema trattato sia per il garbo e l'affabilità con cui Danilo Mainardi è riuscito a coinvolgere tutti i presenti.

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giovedì 4 febbraio 2010

Cani di taglia piccola: il Basenji

Anche questo cane, alla pari del Fox Terrier, ha radici antichissime ed è probabilmente l’antenato dei Terriers.

Il Basenji ha origine in Zambia come cane da caccia alle antilopi e alle gazzelle, ma si diffonde in poco tempo anche in Egitto quando viene portato in dono ai Faraoni dai viaggiatori provenienti dalle sorgenti del Nilo.

I Basenji sono raffigurati in varie stele funerarie e in molte tombe egizie datate tra il 3600 e il 2300 a. C. e di uno di loro si conosce perfino il nome, Xalmers, “che andava nei campi con il suo padrone”.

A causa di questi ritrovamenti il Basenji viene definito dagli archeologi “il cane di Cheope”, il Faraone costruttore della grande piramide.

Con la caduta della civiltà egizia, il Basenji ha un lungo periodo di declino e sembra essersi estinto, fino a quando non viene ritrovato da alcuni esploratori inglesi nel 1870 tra le popolazioni del Sudan e del Congo, utilizzato sempre per la caccia e diffuso in due varietà: il Basenji delle grandi foreste e il Basenji delle grandi pianure.

Nel 1895 viene importata per la prima volta una coppia di Basenji in Inghilterra, però in poco tempo viene sopraffatta da un’infezione di cimurro.

Bisogna poi arrivare al 1937 per importare, questa volta con successo, nuovi soggetti fuori dal continente africano: vengono così create due linee di sangue, una inglese ed una americana, e si definisce lo standard di razza.

Dopo la seconda guerra mondiale alcuni soggetti inglesi vengono acquistati dal re Faruk, che riporta così in Egitto una razza dimenticata per millenni.

Oggi in Europa è allevato soprattutto in Inghilterra.


CARATTERE E PECULIARITA'

Questa razza ha una caratteristica che lo rende unico: è noto infatti come “il cane che non abbaia”, perché secondo alcuni emette un verso simile a quello della papera, secondo altri una via di mezzo tra un riso represso ed uno jodel.

E’ un cane docile, obbediente e gioca volentieri con i i bambini; alcuni lo paragonano ad un gatto perché si struscia alle persone e spesso fa toeletta accuratamente proprio come un micio.

Ha uno sguardo impenetrabile, che gli dà un aspetto fiero e testardo; per entrare in confidenza con le persone deve prima studiarle bene e capire che non sono cattive.

E’ comunque legatissimo al padrone e non sopporta di restare troppo da solo, pertanto è un cane adatto principalmente a chi ha molto tempo libero.


STANDARD DI RAZZA

Il Basenji è un cane di taglia piccola che non abbaia.
E’ agile, attento, ben equilibrato, con un’andatura leggera e infaticabile simile a quella di un cavallo trottatore.

La testa, ben cesellata, si restringe all’altezza degli occhi e ancora di più dagli occhi al tartufo; quando le orecchie sono dritte, si formano delle rughe nella parte anteriore del capo e il cane assume un atteggiamento stupito (altra caratteristica della razza).

Il tartufo è nero o leggermente colorato di rosa, le orecchie appuntite e col padiglione in avanti, gli occhi a mandorla, piccoli, infossati, con sguardo penetrante e di color nocciola.

Il tronco è corto e diritto, gli arti diritti, robusti e muscolosi, la coda è impiantata alta a formare uno o due anelli su un lato della groppa.

Il pelo è corto e setoso, di colore rosso e bianco, fulvo e bianco oppure bianco e nero.

L’altezza è di 40-42,5 cm. al garrese; il peso è compreso tra 9,9 e 10,8 kg.


SALUTE

Il Basenji può essere affetto da una malattia genetica denominata Sindrome di Fanconi, che interessa i reni e si manifesta soprattutto dai tre anni in poi con sintomi simili a quelli del diabete: per la prevenzione bisogna fare periodicamente le analisi delle urine oppure un test sulla saliva.
Per la cura di questa malattia esiste il protocollo del Dott. Gonto ( in lingua inglese).

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mercoledì 27 gennaio 2010

Cani di taglia piccola: il Fox Terrier



Il Fox Terrier è un cane da caccia di nazionalità britannica ed appartiene al gruppo dei Terriers, cioè dei cani utilizzati per la caccia nelle tane.

Originario dell’antico Egitto, questo cane è stato introdotto in Europa probabilmente dai Romani e viene citato come “cane da castoro” nella Lex Baiuvariorum dei Merovingi (635 d.C.); poi lo troviamo raffigurato nelle scene di caccia dell’arazzo di Bayeux, mentre sono definiti “Teroures” e “Terryers” nel 1500 i cani per cacciare volpi e tassi.

Nel 1576, in un’opera sui cani inglesi, si parla dei “Terrars” come cani specializzati nello stanare senza paura la selvaggina e da questi si sarebbero differenziati negli anni successivi diverse razze, fra cui appunto il Fox Terrier (dall’inglese fox=volpe).

Nell’Ottocento, per la caccia alla volpe praticata perlopiù dagli aristocratici, questi cani divennero indispensabili al punto che furono selezionati soltanto soggetti bianchi per evitare che si confondessero con le volpi stesse e quindi per evitare che fossero sparati dai cacciatori.

Alla fine dell’Ottocento, in seguito alla selezione, il Fox Terrier era diventato così elegante ed armonico da essere allevato anche come cane da compagnia, ma nello stesso tempo lo si utilizzava per dare la caccia ai topi e addirittura si organizzavano dei tornei: in un recinto pieno di rottami venivano liberati i cani, che dovevano scovare e uccidere il maggior numero di topi nel più breve tempo possibile, e intanto si scommetteva sul possibile vincitore.

Il Fox Terrier, così come lo conosciamo oggi, è stato quindi selezionato alla fine dell’Ottocento incrociando Terriers del Cheshire e dello Shropshire e forse anche il Beagle.

La razza fu presentata per la prima volta in esposizione a Birmingham (Inghilterra) nel 1862 con due soggetti, Old Jock e Trap, che sono considerati i capostipiti del Fox Terrier a pelo liscio.

Da questi si sono ottenuti poi, per selezione, anche i Fox Terrier a pelo ruvido, che divennero di gran moda in Francia, in America e in Italia negli anni Trenta.


STANDARD DI RAZZA

Il Fox Terrier deve essere tendenzialmente un cane attivo, vivace e gaio, oltre che veloce e resistente.

La testa presenta un cranio moderatamente stretto, degradante in larghezza fino agli occhi, guance non piene e tartufo nero.
Gli occhi sono scuri, piccoli e rotondi, piuttosto infossati, pieni di vita e intelligenti.
Le orecchie sono a forma di V rovesciata, piccole e ricadenti in avanti.

Il collo è muscoloso e asciutto, senza giogaia.
Il torace non è troppo largo, il dorso è corto e diritto.
Gli arti sono forti e muscolosi con piedi rotondi e compatti.
La coda è piazzata in alto, portata gaiamente, ma non sul dorso né arrotolata.

Il mantello è costituito da pelo liscio, denso e abbondante nella razza a pelo liscio, mentre in quella a pelo ruvido è denso, compatto, duro e presente in maniera caratteristica sul muso e sugli arti.
Il colore predominante è il bianco; non sono graditi i colori tigrato, rosso fegato e blu lavagna.

Il peso è compreso tra i 6,9 e gli 8,2 kg.; l’altezza non deve superare i 39,5 cm. al garrese.


CARATTERE

Pur essendo ormai un cane da compagnia, il Fox Terrier ha sempre l’istinto della caccia e quindi tende sempre ad inseguire qualsiasi animale che vede in giro: in questo caso è difficile fermarlo se non è ben addestrato all’obbedienza. E’ comunque un cane molto intelligente e che apprende subito, anche se un po’ testardo; si adatta a vivere in appartamento, ma gli piace molto passeggiare e correre con il padrone all’aria aperta.

Fa anche la guardia e abbaia in caso di rumori sospetti ed è un’ottima compagnia per i bambini, con i quali gioca volentieri.

Dal momento che è tanto attivo, spesso lo si fa gareggiare nelle prove di agilità, dove può dimostrare tutto il suo coraggio ed il suo entusiasmo.


SALUTE

Il Fox Terrier a pelo liscio non ha bisogno di grosse cure per la toelettatura, invece quello a pelo ruvido deve essere spazzolato spesso e sottoposto allo “stripping”, una particolare tecnica per eliminare il pelo morto.

Come per tutti gli altri cani, bisogna fare prevenzione periodica sia per le parassitosi che per le malattie più comuni, come la gastroenterite e il cimurro.

L’accoppiamento per le femmine non deve essere naturalmente troppo precoce per evitare problemi al momento del parto.
La sterilizzazione delle femmine conviene farla il più presto possibile, se siamo convinti di non volere cuccioli.

L’alimentazione deve essere corretta ed equilibrata e quindi è preferibile utilizzare mangimi di buona qualità piuttosto che un’alimentazione casalinga, che non apporta i giusti valori nutrizionali al nostro cane.

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giovedì 14 gennaio 2010

Non solo cani:il gatto Siberiano

Il gatto Siberiano non è molto diffuso al di fuori della Russia, però è molto famoso per una caratteristica, che lo rende unico al mondo.

Ma…cominciamo come sempre dalle origini.

E’ una razza che deriva molto probabilmente dai gatti delle popolazioni feline di San Pietroburgo, costituite da soggetti possenti, di notevoli dimensioni e dal folto pelo, dall’indole selvatica e cacciatori tenaci.

Questi gatti erano talmente belli che alcuni appassionati hanno cominciato a definire lo standard per una razza di “gatto Siberiano”, che i commerci e gli spostamenti hanno fatto conoscere oltre San Pietroburgo.

Al di fuori dei confini russi la diffusione della razza è stata inizialmente difficoltosa per le lunghe procedure di importazione, ma il primo soggetto è arrivato in Germania nel 1989, poi si è diffuso in America e anche in Italia.

Ufficialmente la razza è stata riconosciuta a livello internazionale nel 1990.


Standard di razza

Il Siberiano è considerato, alla stregua del Norvegese delle Foreste e del Main Coon, un gatto gigante: a sei mesi può pesare già 3 kg.: da adulto il maschio può arrivare anche a 10 kg. e la femmina a 6 kg.

La testa è leggermente più lunga che larga, appena arrotondata, con zigomi sviluppati e naso largo.

Le orecchie, distanziate e larghe alla base, sono di media grandezza, arrotondate in punta e con ciuffi di pelo che fuoriescono dall’interno (particolare in comune con la lince).


Gli occhi sono leggermente ovali, obliqui, distanti e preferibilmente con iride verde.

Il corpo è muscoloso e il torace largo; le zampe sono grosse, robuste e di media altezza, con piedi rotondi; la coda è spessa alla base e si assottiglia verso la punta.

Il pelo è semilungo, molto spesso e idrorepellente; il sottopelo non deve essere attaccato al corpo.

Sono ammesse tutte le colorazioni tranne chocolate (marrone), lilac (marrone chiaro), cinnamon (cannella) e fawn (cannella chiaro).


Carattere

Anche se ha un’indole selvatica, il gatto Siberiano si adatta facilmente a vivere in famiglia e diventa molto socievole.

Soprattutto se allevato bene nei primi mesi di vita, diventa un’ottima compagnia per i bambini, con i quali gioca molto volentieri.

In ogni caso, se qualcosa lo disturba, tende ad ignorare il problema e ad allontanarsi.

Accetta gli altri animali e pertanto convive tranquillamente con altri gatti nella stessa casa.

Non è per niente invadente e non richiede troppe coccole, ma quando il padrone torna a casa l’accoglienza sarà calorosa.


Alimentazione e salute

Anche per il Siberiano un’alimentazione razionale è alla base di una crescita corretta e di uno stato di salute ottimale, pertanto è conveniente utilizzare crocchette o scatolette di buona qualità piuttosto che cibi casalinghi, che non possono garantire una dieta equilibrata.

Tra le cure indispensabili per la sua salute ricordiamoci di vaccinarlo ogni anno, di fare i trattamenti contro i parassiti interni ed esterni e di sterilizzarlo, se necessario, verso i sei mesi di età (anche la femmina, che in questo modo ridurrà il rischio di tumori mammari).

Se invece vogliamo far riprodurre la nostra gattina, conviene aspettare almeno che compia un anno di età.


Ma qual è la caratteristica che rende questo gatto unico al mondo?

E’ quella di essere l’unico gatto ipoallergenico, che cioè non dà grossi problemi di allergia alle persone sensibili.

Ciò è dovuto alla particolarità, da parte del Siberiano, di non produrre la proteina Fel d1, di solito presente nella saliva degli altri gatti e responsabile di reazioni allergiche nell’uomo.

E’ quindi un gatto che tutti possono tenere in casa senza problemi.

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