Come per tutti gli altri levrieri, le origini di questa razza risalgono a circa 5000 anni fa. E’ proprio a quest’ epoca, infatti che risale la tomba di una regina egizia accanto alla quale fu trovato lo scheletro di un piccolo levriero, fedele compagno anche nel viaggio verso il regno dei morti.
Dall’ Egitto poi la razza si diffuse in Italia o per mezzo di mercanti fenici oppure attraverso la Grecia e nei secoli successivi fu utilizzata soprattutto per la caccia al coniglio e alla lepre.
Nel 1400 alcuni soggetti furono esportati in Inghilterra, dove divennero i cani da compagnia delle nobildonne inglesi e la razza prese il nome di Italian Greyhound (mentre in Francia è chiamata Levrette d’ Italie e in Germania Italianisches Windspiel).
In Italia ebbe un momento di declino alla fine dell’ 800 per vari motivi: uno di questi fu un semplice capriccio della moda, che preferiva in quel momento la scelta di razze straniere. Ma il motivo più importante fu la selezione spinta verso soggetti molto fragili e delicati, che esigevano eccessive cure, anche per il ruolo negativo della consanguineità. Per fortuna alcuni allevatori più accorti riuscirono a ricondurre la razza allo standard originale mediante l’ acquisto dal Nord Europa di soggetti puri con caratteri meno delicati.
All’ epoca della II Guerra Mondiale ci fu un altro periodo di declino superato definitivamenente negli anni ’50 e poi negli anni ’60 fu costituito il Circolo Del Piccolo Levriero Italiano, che ha proposto l’ attuale standard di razza. La Marchesa Incontri, fondatrice del Circolo, scriveva negli anni ’80: “ Il dovere degli allevatori italiani è di migliorare questa antichissima razza…cercando di combattere ogni forma di nanismo e di degenerazione. Il Piccolo Levriero Italiano…deve essere apprezzato non solo per la sue bellezza ed eleganza, ma per l’ intelligenza, la forza fisica, le sue qualità affettive e per le sue eccellenti attitudini sportive”.
Cosa dice lo standard di razza?
La testa è allungata con pelle ben liscia e tesa, tartufo scuro, dentatura a forbice, muso appuntito con labbra sottili. Gli occhi sono grandi ed espressivi; le orecchie sono inserite ben alte, piccole e ripiegate su se stesse; il collo è lungo quanto la testa e senza giogaia.
Il dorso è arcuato, il petto è stretto e il costato deve scendere fino al livello dei gomiti; il ventre è molto retratto, la groppa avvallata e la coda,inserita bassa, si va affusolando verso la punta.
Gli arti sono arcuati, lunghi e con ossatura fine e molto inclinata; i piedi sono piccoli e con unghie scure.
La pelle è sottile e il pelo, raso e fine, può essere nero, grigio, ardesia e isabella; è tollerato il bianco sul petto e sui piedi. L’ andatura è saltellante ed elegante, l’ altezza al garrese da 32 a 38 cm., il peso al massimo di 5 Kg.
Il carattere e le cure.
E’ un cane molto fedele, intelligente e vivace, gioioso e giocherellone; sembra fragile, ma è infaticabile e corre ad una velocità impensabile per la sua taglia; ricorda molto, in piccolo, il Levriero Arabo, del quale amplifica la grazia e l’ eleganza.
Per quanto riguarda la salute il suo punto debole è il pelo, che è molto sensibile, pertanto bisogna stare attenti a non lavarlo troppo spesso o con detergenti molto aggressivi, che gli toglierebbero la sottile pellicola di grasso che lo protegge.